Certo se questo è vero, perchè diciamo noi che l'uomo è per natura il più perfetto degli esseri terrestri? Lasciamo stare che la perfezione è sempre relativa a quella tale specie in che ella si considera. Ma paragonando pur l'uomo colle altre specie di questo mondo, se la sua perfezione è quella che altri dice, come non si dovrà sostenere che l'uomo è per natura la più imperfetta di tutte le cose? Perocchè tutte le altre cose hanno da natura la perfezione che loro si conviene, e però sono tutte naturalmente così perfette, come debbono essere, che è quanto dire perfettissime. Solo l'uomo, secondo il presupposto che abbiamo fatto, è per natura così lontano dallo stato che gli conviene, che più, quasi, non potrebb'essere, e quindi laddove tutte [2899]l'altre cose sono in natura perfettissime, l'uomo è in natura imperfettissimo. Pertanto la specie umana lungi da esser la prima in natura, è anzi l'ultima di tutte le specie conosciute.
Questa conseguenza deriva dal supposto principio: ma come il principio è falso, così essa non è vera; e questa proposizione considerata ancora in se sola, si riconosce agevolmente per falsissima. Poichè relativamente all'ordine delle cose terrestri, l'uomo come l'essere più di tutti conformabile, è il più perfetto di tutti.
Se però nel detto ordine delle cose terrestri, considerando la perfezione di ciascheduna specie in modo comparativo, cioè relativamente l'una all'altra, non vogliamo immaginare una doppia scala, ovvero una scala parte ascendente e parte discendente.
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