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      2841-2.
      (7. Luglio. 1823.)
     
      Alla p.2809. Nelle nostre Opere serie e buffe l'effetto del coro non č cattivo. Ma esso nelle opere serie č ben lontano dal far quegli uffici, dal sostener quel personaggio, e quindi dal muovere quelle illusioni e far quegli effetti che faceva nelle tragedie antiche: ond'č ch'esso riesce forse meglio nelle opere buffe, quanto all'effetto morale, giacchč muove pure all'allegria, e fa come l'uffizio, cosė l'effetto che produceva nelle antiche commedie, nč il muovere all'allegria, ch'č pure una passione, č piccolo effetto morale. Laddove nelle opere serie esso non interessa quasi che gli occhi e gli orecchi, e niuna passione ancorchč menoma nč desta nč pur tocca. Ma questo č pur troppo il general difetto di tutta l'Opera, e massime della seria, e nasce dal far totalmente servir le parole allo spettacolo e alla musica, e dalla confessata nullitā d'esse parole, dalla qual necessariamente deriva la nullitā de' personaggi, e [2906]cosė del coro, e quindi la mancanza d'effetto morale, ossia di passione; se non altro la molta scarsezza, raritā, languidezza, e poca durevolezza dell'uno e dell'altra.
      Del resto i pochi moderni che hanno introdotto il coro ne' loro drammi regolari, come Racine nell'Ester, non avendogli dato le condizioni ch'esso avea negli antichi, niuno o quasi niuno effetto hanno prodotto. Ed anche la natura d'essi drammi sė moralmente parlando, e sė anche materialmente (poichč la scena si finge per lo pių in luogo coperto e chiuso, con altre tali circostanze che restringono, e impiccoliscono, e circoscrivono, e depoetizzano le idee), non era adattata nč al coro degli antichi nč a' suoi effetti.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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