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      Ho detto dal secolo di Luigi, e intendo di quelli che in quel secolo scrissero bene, e che s'hanno ancora per buoni, e inquanto s'hanno per tali (come Corneille), nella lingua ec. Tanto più che nella espressione de' concetti, anche in quella parte dello stile che spetta alle sentenze, il modo degli scrittori francesi è più vario bensì che nella parte delle parole, ma infinitamente meno vario che negli scrittori delle altre lingue, sì per rispetto dell'uno scrittore e dell'un secolo all'altro, o dell'una opera e dell'un genere di scrittura all'altra opera e all'altro genere, sì per rispetto alle varie parti di una stessa opera o genere, e alle varie gradazioni e qualità di un medesimo stile. E basti dire in prova, che la lingua francese, non solamente non ha linguaggio, ma neppur quasi stile poetico veramente.
      In simil modo nella lingua ebraica, non si sente se non poca differenza di stili, o di qualità di un [2911]medesimo stile. Il che si attribuisce alla lontananza de' tempi e de' nostri gusti e costumi, quasi l'uniformità dello stile ebraico non fosse vera, se non relativamente. Ma io la credo assolutamente vera, e l'attribuisco alle dette ragioni, nè credo che lo scrittore ebraico potesse avere stile proprio, nè veruna materia stile proprio, ma tutti e due un solo, quanto alla lingua, per la povertà di questa32 ed eziandio quanto al modo e alla parte dello stile che spetta alle sentenze, per la niuna arte degli scrittori, e perchè la lingua li serrava e circoscriveva anche in questa parte.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Luigi Corneille