Pagina (182/1555)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      In questo senso il verbo volere equivale al significato che sovente ha in italiano dovere, il quale talvolta significa assolutamente ??????? (come avere a, aver da cogl'infiniti), talvolta con qualche dubitazione, come Questa guerra deve andare in lungo, cioè, pare che ec. Dicesi ancora Questa guerra mostra di voler esser lunga, pare che voglia esser ec. E in simili modi: e così dovere. In altro modo ancora diciamo affermativamente il verbo volere per proprietà di lingua, eziandio di cose inanimate, con significazione di esser presso a, mancar poco che non; e in questo senso egli non s'usa se non nel passato o piucchè passato, benchè in un esempio della Crusca, Volere §.3., trovisi nel gerundio.
      (9. Luglio. 1823.). V. p.3000.
     
      [2923]Gl'italiani non hanno costumi: essi hanno delle usanze. Così tutti i popoli civili che non sono nazioni.
      (9. Luglio. 1823.)
     
      Bisogna (far grande stima) avere una grande idea di se stesso, per esser capace di sacrificar se stesso. Chi non ha molta e costante stima di se medesimo, non è buono all'amor vero, nè capace del dévouement e del totale sacrifizio ch'egli esige ed ispira.
      (9. Luglio. 1823.)
     
      Il verbo avere in senso di essere, usato impersonalmente dagl'italiani da' francesi dagli spagnuoli, talora eziandio personalmente dagl'italiani (v. il Corticelli), non è altro che il latino se habere (il qual parimente vale essere) omesso il pronome. Il volgo latino dovette dire p.e. nihil hic se habet, qui non si ha nulla, cioè non v'è; poi lasciato il pronome, nihil hic habet, qui non v'ha nulla.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Crusca Volere Corticelli