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      Voglio dire che a me non par da negare l'esistenza di quel verbo derivato da pinsere, ma mi par da dubitare circa la sua coniugazione, e forse da non concedere ch'ei sia della terza, e dovunque si trova pisere da ripor pisare. Il quale ed è più regolare secondo la nostra teoria de' continuativi, ed è comprovato dal Glossario e dal vernacolo spagnuolo e italiano (giacchè per puro accidente e vezzo di pronunzia noi diciamo pigiare in luogo di pisare ch'è lo stesso, e che certamente si dice in qualche dialetto o provincia d'Italia, come, io credo, nel veneziano), ed è confermato dalle altre considerazioni addotte di sopra.
      In ogni modo il verbo pisere detto in vece di pisare, sarebbe un continuativo anomalo di pinsere; sia che anche pisare esistesse nell'antico latino, e da lui per corruzione fosse fatto pisere, come forse nexere da nexare (v. p.2821.); sia che pisere fosse fatto [2935]a dirittura da pisus-pinsus di pinsere prima di pisare e in luogo di questo (come visere per visare da video-visus), e che questo non sia stato mai nell'antico o nell'illustre ma solo nel basso o nel rustico Latino (fatto da pisere o a dirittura da pinsere), e quindi ne' moderni vernacoli; o sia finalmente che pisere e pisare esistessero ambedue quando che sia, contemporaneamente, ma indipendentemente l'uno dall'altro per rispetto all'origine. E vedi a questo proposito di continuativi anomali spettanti alla terza, la p.2885.
      Pisare considerato come appartenente a pinsere (la quale appartenenza e parentela, quantunque il Forcellini non la riconosce o non la esprime, e fa derivar piso is, ed anche, a quel che pare, piso as dal greco ??????, qual ch'ella si voglia che sia, chi la può mettere in dubbio?


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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