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      La quale ora ammettendo la gioventù, la rende propria al detto uffizio, ora escludendola, ve la rende al tutto inabile.
      Potrà dirsi che, se non altro la bellezza giovanile è maggiore p.e. della senile. Potrei rispondere ch'ella è più piacevole, ma non già maggior bellezza per se, non essendo maggior convenienza. Il fatto però è questo. L'ordine universale della natura, indipendentemente affatto dalla bellezza, porta che le forme e le facoltà delle specie capaci di gioventù e di vecchiezza, si trovino nella maggior pienezza conveniente alla rispettiva specie e nella maggior perfezione relativa ad essa specie, nel tempo della gioventù perfetta di ciascun individuo. Quindi non assolutamente, ma relativamente all'ordine attuale della natura, si può dir che p.e. la forma dell'uomo perfettamente giovane è più perfetta di quella del vecchio, e la più perfetta di tutte quelle delle quali l'uomo è capace. Laonde la bellezza della sua forma giovanile si potrà dir maggiore di quella della senile. [2971]Ma questo maggiore è accidentale, e propriamente non appartiene alla bellezza, ma a quel soggetto in cui ella si considera. Perocchè la forma giovanile a cui essa bellezza appartiene, è per rispetto alla natura dell'uomo, e non per rispetto al bello, più perfetta della senile. E quindi, a parlare esattamente, nasce che la bellezza giovanile dell'uomo, non sia bellezza maggiore della senile, ma appartenente ad una forma che è la più perfetta di cui l'uomo sia capace, cioè alla giovanile. Onde la perfezione, e la maggior perfezione, non è qui propria della bellezza, ma del soggetto a cui ella appartiene accidentalmente, cioè della forma giovanile dell'uomo.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555