E però la forma giovanile non può per se entrare nella composizione di quel che si chiama bello ideale; giacchè essa forma può ben essere il soggetto del bello (siccome può anche non essere, e spessissimo non è), ma non è già esso bello, e la bellezza non gli appartiene che accidentalmente, ed è del tutto [2972]estrinseca e diversa alla di lei natura. E conchiudesi che la bellezza giovanile è bellezza relativamente alla forma giovanile, ma non assolutamente, nè in quanto giovanile, dandosi bellezza scompagnata dalla gioventù, anche nella medesima specie. Sicchè la bellezza giovanile è come tutte l'altre relativa, e non assoluta. Relativa cioè alla forma giovanile. Tanto è lungi che la gioventù sia per se stessa una qualità bella, quando non è che il soggetto della bellezza, e può esserlo e non esserlo, e la bellezza può stare in una medesima specie con e senza la giovanezza.
(14-15. Luglio. 1823.)
Il tema di poto dev'esser po (fatto da ??????, come do da ??????, no da ??????), di cui potus, come il tema di nato è no, di cui natus.
(15. Luglio. 1823.)
Prisciano riconosce il verbo legito da lego, invece di lecto o di lectito che pur sussistono. Questo legito conferma quello ch'io ho detto altrove in proposito di [2973]agito, cioè che gli antichi, anzi originali, propri e regolari participii di questi tali verbi fossero p.e. agitus, legitus, docitus, onde per sincope agtus, legtus, e in ultimo actus, lectus, doctus. E ci dimostra evidentemente l'originale, primitivo e perduto participio di lego, cioè legitus.
| |
|