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      E non ha che far con rogito, come dice il Forcell. o Prisciano stesso appo lui, il quale non viene da rogitus, ma da rogatus, come mussito da mussatus, e come ho provato largamente altrove. Giacchè il tema di rogito, cioè rogo appartiene alla prima coniugazione, e non alla terza come lego, nè alla seconda come doceo, e però la formazione del suo continuativo o frequentativo è soggetta a un'altra regola, da me altrove stabilita. Eccetto se rogo non avesse anticamente avuto un participio anomalo rogitus (come domo domitus), del che mi pare aver detto altrove, inducendomi in questo sospetto la voce rogito, cioè rogato (quasi un aggettivo neutro sostantivato), la qual voce è latino-barbara (v. il Glossar. Cang.) [2974]e italiana.
      (15. Luglio 1823.)
     
      Urito presso Plauto, se questa voce è vera, dimostra il perduto e regolare participio uritus di uro, in vece di ustus, onde ustulo ec.
      (16. Luglio 1823.). V. p.2991.
     
      Alla p.2864. Noi abbiamo anche i positivi frate e suora, cioè frater e soror. I francesi non hanno che i positivi. Frayle spagnuolo, cioè frate religioso sembra essere un diminutivo di frater, cioè, non che sia diminutivo in ispagnuolo, ma che sia venuto da fratellus, o dall'italiano fratello.
      (16. Luglio 1823.). V. p.2983. fine.
     
      Se la voce eructus appresso Gellio è vera, essa non si potrebbe considerare se non come un participio d'un verbo anteriore ad eructo e ructo, dai quali si fa ructatus ed eructatus, come da poto potatus, e non potus, il qual potus dimostra un verbo originario di poto.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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