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      Ben so che siccome dissero quaesii, quaesivi, quaesitus, quaesitum per quaerii, quaerivi, quaeritus, quaeritum che sono affatto perduti, così dissero quaeso per quaero, e tutto questo verbo profferirono colla s siccome colla r, benchè questa in molte voci di quaero non sia perduta, anzi col tempo sia rimasta in esse voci la sola pronunzia della r, e non quella dell's. Dalle quali cose è seguìto che di quaero e quaeso si facciano dai lessicografi ec. due verbi, essendo un solo, e che quaero si faccia anomalo (quaero is, sii o sivi, situm) e quaeso difettivo (quaeso is, ii o ivi), quando in realtà il primo (volendoli distinguere, che non si dee) sarebbe difettivo, e il secondo intero e regolarissimo. Ma tornando al proposito, questo quaeso mi persuade che si dicesse anche haeseo, hausio e così in ogni altra voce; e così pure in molti altri verbi de' quali si dee discorrere nel [2995]modo stesso che si è fatto di uro, haereo, haurio, quaero.
      (19. Luglio. 1823.)
     
      Alla p.2893. Chiedere vien da quaerere, ed è propriamente (benchè con diverso significato) lo stesso che il nostro chierere, siccome fedire verbo difettivo italiano, onde fiedo, fiede ec. vien dal lat. ferire, ed è propriamente lo stesso che il nostro fierere o ferere, onde fiéro, fiére, fére (colla e larga) ec. usato dagli antichi nostri in alcune voci in cambio dell'ital. ferire. V. la Crusca e il Buommattei ec.
      (20. Luglio. 1823.)
     
      Alla p.2891. Il Fischer nella prefazione alla Grammat. Greca del Weller, ed. Lips. 1756. dice che i pleonasmi d'Omero derivano dalla lingua ebraica.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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