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      E s'alcuno ne ride, difficilmente trova il compagno che l'aiuti a farlo, e che gli dia ragione, o che pur senta la causa del suo riso. Gli uomini per lo più ridono di cose che in effetto son tutt'altro che ridicole, e spesso ne ridono per questo appunto che non sono ridicole. E tanto più ne ridono quanto meno elle son tali.
      (21. Luglio. 1823.)
     
      Alla p.2922. fine. Alcune volte noi diciamo volere anche di cose animate, anche degli uomini, ma relativamente a ciò che non dipende dalla lor volontà, o che non può dipender da volontà, o che anche è contrario affatto alla lor volontà; e lo diciamo non solo per ischerzo, ma eziandio seriamente, in virtù dell'idiotismo che ho preso a illustrare. P.e. il tale non vuole ancora guarire, cioè, ancor non guarisce: e il verbo volere ridonda. Qua si dee riferire un luogo di Platone nel Sofista ed. Astii t. 2. p.246. [3001]v. 7. A. dove ???????? ?? ??????? ?????? è lo stesso che ???????? ?? ??????, e ben lo rende l'Astio nec numquam fore ut discat, ridondando elegantemente ???????. Se però non si vuol dire che in questo luogo equivalga a ???????, appunto come il nostro volere nei casi specificati di sopra, e in ciò pure sarà notabile la conformità del nostro idiotismo coll'attico.
      (21. Luglio. 1823.)
     
      Alla p.2864. Stipula, da stipa voce inusitata, restando il diminutivo, dal quale noi stoppia, i francesi esteuble onde éteule. V. Forcell. in stipula, stipa, stipulor ec. e il Gloss. se ha nulla.
      (21. Luglio 1823.)
     
      Continuativi barbari. Dilatar spagn. da differo dilatus.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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