(25. Luglio, dì di S. Giacomo. 1823.)
[3027]Alla p.2895. fine. Da sutus ancora si potè fare sto, poichè anche l'u per contrazione, nominatamente ne' participii, è solito a sparire, siccome l'i. Da solutus gli spagnuoli soltar, noi sciolto, omesso l'u. Da volutus e volutare noi voltare e volto, e così ne' composti involto, rivolto ec. Così gli spagnuoli buelto o vuelto: i francesi voûte (cioè volta sostantivo) e quindi voûter, dove la sillaba ou equivale al nostro ol, come in écOUter ascOLtare. Volta per fiata, viene altresì da volvere ed è contrazione di voluta. Così il sostantivo spagn. buelta cioè voltata, ritorno ec.
(25. Luglio. 1823.)
Ho discorso altrove di quel luogo di Cicerone nella Vecchiezza, dove dice che l'animo nostro, non si sa come, sempre mira alla posterità ec. e ne deduce ch'egli abbia un sentimento naturale della sua propria eternità e indestruttibilità. Ho mostrato come questo effetto viene dal desiderio dell'infinito, ch'è una conseguenza dell'amor proprio, e dal continuo ricorrer che l'uomo fa colla speranza [3028]al futuro, non potendo esser mai soddisfatto del presente, nè trovandovi piacere alcuno, e d'altronde non rinunziando mai alla speranza, fino a trapassar con essa di là dalla morte, non trovando più in questa vita, dove ragionevolmente fermarla. Ma il suddetto effetto non è naturale. Esso viene dall'esperienza già fatta, che la memoria degli uomini insigni si conserva, dal veder noi medesimi conservata presentemente e celebrata la memoria di tali uomini, e dal conservarla e celebrarla noi stessi.
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