V. il Viaggio d'Anacar. cap. 70.
Altri poeti non drammatici si restrinsero pure a tale o tal dialetto particolare, e per conseguenza scrissero a una sola nazione o parte della Grecia, e questa si proposero per uditorio (com'è verisimilissimo che facesse anche Omero); nè questi furono pochi, anzi fra gli antichi furono i più. E si può dir che la totale, confusa, indifferente, copiosa mescolanza de' dialetti nel linguaggio poetico greco, e il seguir ciecamente la lingua e l'uso di Omero non sia proprio se non de' poeti greci più moderni e nella decadenza della poesia, come Apollonio Rodio, Arato, Callimaco e tali altri de' tempi de' Tolomei, quando già la base della letteratura greca era l'imitazione de' suoi antichi classici. Perocchè di Esiodo contemporaneo di Omero, o poco anteriore o posteriore, non è maraviglia se il suo linguaggio si trova omerico: spieghisi l'uso di [3045]questo linguaggio in lui, colle ragioni e considerazioni stesse con cui si spiega in Omero. In Anacreonte v'ha pochissima mescolanza di dialetti. (V. Fabric. B. Gr. in Anacr.) Certo il suo linguaggio è tutt'altro da quello di Omero. Esso è Ionico. Saffo scrisse in Eolico. Empedocle, benchè Siciliano e pittagorico, adoperò in vece del dorico l'ionico. (V. Fabric. in Empedocle, Giordani sull'Empedocle di Scinà, fine dell'articolo secondo). Forse che il dialetto ionico era allora il più comune della Grecia? Probabile, pel gran commercio di quella nazione tutta marittima e mercantile. Forse quello che noi chiamiamo ionico non era in quel tempo che il linguaggio comune della Grecia, siccome poi lo fu con certe restrizioni l'attico, che nacque pur dall'ionico?
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