V. Forc. Exoletus cioè qui exolevit. Conspiratus. V. Forc. in fine vocis. Census a um. V. Forc. Status a um. V. Forc. nel principio di questa voce, massime il luogo d'Ulpiano. Nuptus a um. Falsus. V. Forc.
(1. Agos. 1823.)
È da notare che la lingua spagnuola, per suo quasi perpetuo costume e regola, conserva ne' participii de' verbi latini della 2da e 3a maniera l'antica e regolare e piena forma della quale ho discorso altrove, non ostante che nel latino conosciuto ella sia alterata, contratta, o anomala. Ne' quali casi la lingua italiana suol seguire ciecamente la latina ancorchè contro la regola e proprietà delle sue coniugazioni, e inflessioni, come ho detto altrove in proposito di arsare. P.e. 1. tenido, venido, e cento simili sono participii intieri, cioè tenitus, venitus, [3075]in luogo de' contratti che usa la lingua latina conosciuta, cioè tentus, ventus ec. Noi in questo e in molti altri casi mutiamo bene spesso l'i in u (scambio che può essere anch'esso antichissimo) dicendo tenuto, venuto ec. I francesi cambiano sovente e comprendono nella lettera u tutte le lettere itus: tenu, venu da tenitus, venitus e così ordinariamente. 2. Corregido è participio intero e senza mutazione di lettera alcuna, cioè corregitus, dal qual regolare participio la lingua latina fece corregtus per contrazione, e indi mutato il g nell'affine palatina, correctus ch'è solo participio rimasto nel latino conosciuto, e nell'italiano. Similmente leido (se non che lo spagnuolo omette il g in tutto questo verbo) è il primitivo e regolare legitus (dimostrato da legitare) e da questo viene, non già da lectus, da cui il nostro letto.
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