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      Ora egli è parimente certo, almeno lo fu per gli antichi, e lo è per tutti i savi moderni, che il peggiore stato politico possibile e il più contrario alla natura è quello del despotismo. Altrettanto certo si è che lo stato politico influisce per modo su quello della società, e n'è tanta parte, ch'egli è assolutamente impossibile ch'essendo cattivo quello, questo sia buono, e che quello essendo imperfetto, questo sia perfetto, e che dove quello è pessimo, non sia pessimo questo altresì. Or dunque lo stato [3084]politico di despotismo essendo inseparabile dallo stato di società, e più forte e maggiore e più durevole nelle società civili, e tanto più quanto son più civili, ricapitolando il sopraddetto, mi dica chi sa ragionare, se lo stato di società nel genere umano può esser conforme alla natura, e se la civiltà è perfezionamento, e se nella somma civiltà sociale e individuale si può riporre e far consistere la vera perfezione della società e dell'uomo, e quindi la maggior possibile felicità d'ambedue, come anche lo stato a cui l'uomo tende naturalmente, cioè quello a cui la natura l'aveva ordinato, e la felicità e perfezione ch'essa gli avea destinate.
      (2. Luglio. dì del Perdono. 1823.)
     
      La delicatezza, p.e. la delicatezza delle forme del corpo umano, è per noi una parte o qualità essenziale e indispensabile del bello ideale rispetto all'uomo, sì quanto al vivo, sì quanto alla imitazione che ne fa qualsivoglia [3085]arte, la poesia ec. Puoi vedere la pag.3248-50. Ora egli è tutto il contrario in natura.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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