Erano ben altri ingegni tra' latini al tempo che s'introdussero e crebbero gli studi nel Lazio; ben altri ingegni, dico, che oggi in Italia non sono. Nč perō essi vollero rinnovare nč la filosofia nč la letteratura (la quale essendo allora poco filosofica, si potea pur variare passando a nuova nazione), ma trovando l'una e l'altra in alto stato, e grandissimamente avanzate e mature appresso i [3195]greci, da questi le tolsero, e gli altrui ritrovamenti abbracciarono e coltivarono; e ricevuti e coltivati che gli ebbero, allora, secondo l'ingegno di ciascheduno e l'indole della nazione, de' costumi, del governo, del clima, della lingua, delle opinioni romane, modificarono ed ampliarono le cose da' greci trovate, e diedero loro abito e viso e attitudini domestiche e nuove. Se vuol dunque l'Italia avere una filosofia ed una letteratura moderna e filosofica, le quali finora non ebbe mai, le conviene di fuori pigliarle, non crearle da se; e di fuori pigliandole, le verranno principalmente dalla Francia (ond'elle si sono sparse anche nelle altre nazioni, a lei molto meno vicine e di luogo e di clima e di carattere e di genio e di lingua ec. che l'italiana), e vestite di modi, forme, frasi e parole francesi (da tutta l'Europa universalmente accettate, e da buon tempo usate): dalla Francia, dico, le verrā la filosofia e la moderna letteratura, come altrove ho ragionato, e volendole ricevere, nol potrā altrimenti che ricevendo altresė assai parole e frasi di lā, ad esse intimamente e indivisibilmente spettanti e fatte proprie; [3196]siccome appunto convenne fare ai latini delle voci e frasi greche ricevendo la greca letteratura e filosofia; e il fecero senza esitare.
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