Onde una medesima melodia musicale piacerà più ad uno che ad altro individuo, più in [3210]una che in altra città, piacerà universalmente in Italia, o piacerà al popolo e non agl'intendenti, e trasportata in Francia o in Germania, non piacerà punto ad alcuno, o piacerà agl'intendenti e non al popolo; secondo che le assuefazioni di ciascheduno orecchio circa le successioni de' tuoni, saranno più o meno o nulla conformi o affini agli elementi o membri (????) che comporranno essa melodia, ovvero a quello che si chiama il motivo.
E di qui, e non d'altronde, nasce la diversità de' gusti musicali ne' diversi popoli. Dico ne' popoli, e non dico negl'intendenti, i quali avendo tutti un'arte uniforme, distinta in regole, universalmente abbracciata e riconosciuta, co' suoi principii fissi e invariabili e universali, siccome quelli di qualsivoglia altra scienza che tale è in Italia quale in Polonia, in Portogallo, in Isvezia; nel giudicare di una melodia musicale, non mirano all'orecchio, ma alle regole e a' principii ch'essi hanno nella loro arte o scienza, cioè nel contrappunto; ed essendo esse regole e principii dappertutto gli stessi e dappertutto ugualmente riconosciuti, i giudizi che i diversi intendenti pronunziano non possono grandemente [3211]disconvenire gli uni dagli altri, e tanto meno quanto essi più sono intendenti. Ma non così de' popoli, e de' non intendenti, i quali non hanno altra regola e canone che l'orecchio, e questo non ha altri principii che le sue proprie assuefazioni, e non già alcuni dettati e infusi universalmente dalla natura, come si crede.
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