O volessimo piuttosto dire che le pronunzie greca e latina sieno medie tra l'italiana ch'è la più meridionale, e la francese, che non è nè ben meridionale nè per anco settentrionale. Le lingue orientali, la greca moderna, la turca, quelle de' selvaggi e indigeni d'America sotto la zona, parlate e scritte in climi assai più meridionali che quel d'Italia o di Spagna, sono tuttavia molto men dolci dell'italiana e della spagnuola, e taluna anche delle settentrionali europee. Ciò per la rozzezza o per la acquisita barbarie de' popoli che l'usano o che l'usarono, per li costumi aspri e crudeli ec. antiche o moderne ch'esse lingue si considerino.
(23. Agos. 1823.)
Una lingua strettamente universale, qualunque ella mai si fosse, dovrebbe certamente essere di necessità e per sua natura, la più schiava, povera, timida, monotona, uniforme, arida e brutta lingua, la più incapace di qualsivoglia genere di bellezza, la più impropria all'immaginazione, e la meno da lei dipendente, anzi la più da lei per ogni verso disgiunta, la più esangue ed inanimata e morta, che mai si possa concepire; uno scheletro un'ombra di lingua piuttosto che lingua veramente; una lingua non viva, quando pur fosse da tutti scritta e universalmente intesa, anzi più morta assai di qualsivoglia lingua che più non si parli nè scriva. Ma si può pure sperare che perchè gli uomini sieno già fatti generalmente sudditi infermi, impotenti, inerti, avviliti, scoraggiati, languidi, e miseri della ragione, ei non diverranno però mai schiavi moribondi e incatenati [3254]della geometria.
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