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      La qual mancanza non da altro provenne che dalla diuturna interruzione della letteratura in Europa. Perocchè la lingua latina non avrebbe cessato di esser parlata e propria degli europei, se fosse durata la letteratura latina. Ben si sarebbe sempre modificata secondo i tempi, di modo ch'ella oggidì sarebbe diversa dall'antica; ma sarebbe pur lingua latina; e in Europa si parlerebbe e scriverebbe il latino come lingua propria, come moderna, come conveniente a' nostri tempi (quale infatti ella sarebbe); e lo spirito umano sarebbe più oltre ch'ei non è, [3337]perchè sarebbe stato impiegato nel coltivar la sapienza e le lettere quel tempo che fu dovuto spendere nel formare delle lingue convenienti a queste, e ai costumi e al carattere de' moderni secoli. Il che volendo evitare e risparmiare i primi cultori de' risuscitati studi, si ostinarono a volere scrivere in latino; ma il latino era lingua antica, nè mai in una lingua antica si potranno scriver cose moderne nè scriverle modernamente. E molto nocque una tale ostinazione al progresso de' lumi e della coltura e alla formazione dello spirito nazionale e moderno. Il quale non mai si sarebbe formato se non fossero state formate e stabilite le lingue moderne in vece della latina. Siccome per lo contrario si vede che queste non prima furono formate e stabilite di quel che lo spirito nazionale e moderno pigliasse una consistenza e una certa forma e fisonomia propria, prima in Italia, poscia in Ispagna, indi in Francia e in Inghilterra, ultimamente in Germania, che ultima di tutte queste nazioni lasciò l'uso della lingua latina come letterata e illustre, e le sostituì [3338]la nazionale.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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