Veramente la lingua spagnuola e per carattere e per forme e per costrutti e per suoni e per che che sia, è così conforme all'italiana, che altre due lingue colte così tra loro conformi non si trovano ch'io mi creda, nè mai, ch'io sappia, si ritrovarono. [3396]E più conformi sarebbero le suddette due lingue se la Spagna avesse avuto e potesse vantare più vasta, copiosa e varia, più lunga, e più perfetta letteratura, ch'ella non ebbe. Dico sarebbono più conformi per ciò che tocca alla quantità, come dire alla ricchezza, alla varietà e cose tali. Chè per certo non mancò alla lingua spagnuola se non quello che ho detto, per essere anche in queste parti comparabile alla lingua italiana; per esserlo cioè in tutto, anche nella quantità, siccom'essa lo è nella qualità, eccetto solamente che ancor nelle sue qualità ell'è meno perfetta dell'italiana. Del rimanente ella, quanto alla qualità, non potrebbe quasi essere più conforme alla nostra di quel ch'ella sia.
5° Nè tale sarebbe se la letteratura spagnuola, benchè cedendo d'assai all'italiana per la quantità, non le fosse pari del tutto nella qualità, salvo la minore perfezione di ciascun suo attributo. Le stesse cagioni, sì naturali, sì accidentali, che ci resero gli spagnuoli così conformi di lingua, ce li fecero altrettanto conformi [3397]nella letteratura. Nè poteva essere altrimenti, perchè l'una e l'altra vanno sempre del pari. Certo è che nel cinquecento, secolo aureo e principale non meno della lingua e letteratura spagnuola che della italiana, il commercio tra queste due letterature fu strettissimo, e l'influenza reciproca; bensì maggiore d'assai quella dell'italiana sulla spagnuola che viceversa, perchè l'italiana era di gran lunga maggiore, e portata ad un alto grado già molto prima, cioè nel 300. Laonde, se imitazione vi fu, non è dubbio che gli spagnuoli imitarono, e gli scrittori italiani furono loro modelli.
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