Chi è veramente giunto a questa disposizione, e l'ha in se ben perfetta, radicata e costante, ed efficace, può dire di conoscer l'uomo il più ch'è possibile all'uomo. E più infatti non può se non Dio, come ben dice la Staël, perchè Dio solo può conoscere e conosce tutti i possibili. Or gli uomini non si possono perfettamente conoscere, chi non conosca poco men che tutti i possibili, dico, i possibili di questa natura e di questa terra.
(19. Sett. 1823.)
[3469]Alla p.2709. Quasi tutti gli antichi che scrissero di politica (tranne Cic. de rep. e de legibus), la pigliarono puramente o principalmente dalla parte speculativa, la vollero ridurre a sistema teorico e di ragione, e disegnare una repubblica di lor fattura; e questo si fu lo scopo, l'intenzione e il soggetto de' loro libri. Ond'è che quantunque i moderni, primieramente abbiano fatto della politica il loro principale studio, secondariamente, come privati che erano e sono la più parte, e quindi inesperti del governo, sieno stati obbligati a tenersi in ciò alla speculazione più che alla pratica, e per la medesima cagione abbiano immaginato, sognato, delirato e spropositato nella politica più che in altra scienza; nondimeno io tengo per fermo che gli antichi, anzi i soli greci, avessero più Utopie119 che tutti i moderni insieme non hanno. Utopia è la repubblica di Platone, sì quella disegnata nella Politia, sì l'altra ne' libri delle Leggi, diversa da quella, come osserva Aristotele nel 2do de' Politici, p.106-16. Utopie furono quelle di Filea Calcedonio (Aristot.
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