Politic. l.2. ed. Victorii, Florent. p.117-26.), e d'Ippodamo Milesio (ib. p.127-35.), Utopia č quella d'Aristotele (v. il Fabricio).120 E senza [3470]fallo Utopie furono ancora i libri politici e peri nomon o nomoi di Teofrasto, di Cleante e d'altri tali filosofi, mentovati dal Laerzio, e i perduti libri pur politici e peri nomon dello stesso Aristotele, e molti altri siffatti.121 Aristotele spianta le repubbliche degli altri, ma nč pių nč meno che in filosofia, si crede in obbligo di sostituire, e ci dā la sua repubblica e il suo sistema.122 E cosė gli altri. Ed č pur notabile che gli antichi, e nominatamente i greci, o avevano, o avevano avuto in mano gli affari pubblici, o potevano averli, o certo, ancorchč stati sempre privati, erano pur parte delle rispettive repubbliche, e contribuivano insieme col popolo al governo. E generalmente parlando, nelle antiche repubbliche, tutte libere, i privati, ancorchč dediti solo a filosofare e studiare, erano pių al caso, se non altro per li continui discorsi giornalieri, per lo essersi trovati assai spesso alle concioni, perchč i negozi pubblici passavano tutti e succedevano sotto gli occhi di tutti, e le cause degli avvenimenti erano manifeste, e nulla v'avea di segreto; [3471]erano dico al caso d'intendersi veramente di politica, e di poterne ragionare per pratica, molto pių che i moderni privati non sono, i quali si trovano e si son trovati, per lo pių, in circostanze tutte opposte, e nemmeno fanno effettivamente parte della loro repubblica e nazione, nč d'altra veruna, se non di nome.
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