Queste osservazioni possono in parte applicarsi anche alle antiche commedie, massime a quella [3487]che in Atene si uṣ da principio e che poi fu chiamata propriamente antica, ??????. Neppure questa mirava a mettere i personaggi in relazione cogli spettatori, se non con alcuni in particolare, che in essa erano espressamente rappresentati in caricatura. Ancor essa mirava ad agir sull'immaginazione, intento affatto alieno dalla moderna commedia, ed anche da quella che fu chiamata in Grecia la commedia nuova ???, o seconda ???????, ch'è del genere di Terenzio, traduttor di Menandro, che ne fu il principe. Quindi nell'antica commedia le invenzioni strane, non naturali, poetiche, fantastiche; i personaggi allegorici, come la Ricchezza ec.; le rane, le nubi, gli uccelli; le inverisimiglianze, le stravaganze, gli Dei, i miracoli ec. Le antiche commedie non erano propriamente azioni (???????), ma satire immaginose, fantasie satiriche, drammatizzate, ossia poste in dialogo; come quelle di Luciano, conformi in tutto alle antiche commedie, se non quanto all'estensione, alla personalità, ed altre tali non qualità ma circostanze estrinseche, accidentali, arbitrarie ec. che non toccano alla natura del genere ec.
(20. Sett. [3488]1823. Vigilia di Maria SS. Addolorata.)
Alla p.2928, marg. fine. Da falsus di fallere (fatto aggettivo) gli spagnuoli falto (seppur e' non fosse contrazione di fallito, ma non credo, e in tal caso gli spagnuoli direbbero anzi faldo da un falido), e falta sostantivo per falsa, e coś il franc. faute, cioè falte.
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