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      Aggiungi gli amori degli Dei verso le mortali e delle Dee verso i mortali (tanto gli antichi stimavano la bellezza umana), e il congiungersi di quelli o di queste con quelle o con questi (come se il divino e l'umano non fossero pur due specie assai prossime, ma appresso a poco una stessa, così diversa, come in molte specie d'animali vi sono delle sottospecie, altre più forti, belle, maggiori ec. altre meno), e il generarsi o partorirsi figliuoli mortali dagli Dei e dalle Dee, mortali affatto, o semidei, come Bacco. ec.
      (28. Sett. 1823.)
     
      Il più deciso effetto, e quasi la somma degli effetti che produce in un uomo di raro ed elevato spirito la cognizione e l'esperienza degli uomini, si è il renderlo indulgentissimo verso qualunque maggiore e più eccessiva debolezza, piccolezza, sciocchezza, ignoranza, stoltezza, malvagità, vizio e difetto altrui, naturale o acquisito; laddove egli era verso queste cose severissimo prima di tal cognizione; e il renderlo facilissimo ad apprezzare e lodare le menome virtù e i piccolissimi pregi, che innanzi alla detta esperienza ei soleva dispregiare, non curare, stimare indegni di lode, e quasi confondere o non distinguere dalle [3546]imperfezioni; insomma il renderlo facilissimo e solito a stimare, e difficilissimo, insolito, anzi quasi dimentico del dispregiare e del non curare, tutto all'opposto di quel ch'egli era per lo innanzi. Tanto poco vagliono gli uomini. E da ciò si può dedurre e far esatto giudizio quanto sia il valor vero e la virtù vera degli uomini.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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