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      E questo verbo perduto era un curo o cero o ciro o simile da ??????? o da ?????, tondeo, scindo, abscindo. Curtare per tondere vedilo nell'ultimo esempio del Forcellini; il qual luogo non sarebbe stato tentato dai critici, o forse guasto dagli amanuensi se avessero saputo e considerato questa certissima etimologia e formazione di curtare che, secondo le norme della nostra teoria de' continuativi, qui dichiariamo. La qual etimologia indica ancora il proprio significato di curtare [3570]ch'è appunto tondere, creduto finora al più metaforico, e il proprio significato di curtus che è tonsus. Questo verbo originario di curtare, e affatto conforme a un verbo greco della stessa significazione è da riporsi insieme con quelli che abbiamo dimostrato per mezzo di gustare, potare e s'altri tali n'abbiamo accennati, conformi ai greci ??? ????137 che altrettanto vagliono quanto essi verbi ignoti, e quanto i loro noti continuativi, non altrimenti che ????? vaglia il medesimo che curto. E il discorso e le ragioni addotte per li suddetti verbi, si ripetano in proposito di questo. La forma di questo verbo doveva essere, s'io non m'inganno, e s'è lecito il congetturare, curo is, curti, curtum, ovvero cureo es ui tum, ovvero anche curo as curui curtum, come neco as ui ctum, seco as ui ctum, eneco as ui ctum, reseco ec. i quali supini sembrano contratti da necitum, secitum (non già necatum, secatum), fatti alla forma di domitum da domo as ui, cubitum di cubo as ui138 ec. Onde il primitivo e intero sarebbe curitum, curitus p. curtus.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Forcellini