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      La qual conformità particolare col latino si può notar nello spagnuolo da per tutto, ma nominatamente e singolarmente [3574]e forse più ch'altrove, nelle coniugazioni de' verbi, il che fa appunto al nostro caso. AMO, AMAS, AMAt, AMAMUS (lo spagnuolo muta l'u in o, e questa è la sola mutazione in tutto questo tempo), AMAtIS, AMANt. Leggansi le sole maiuscole, e s'avrà la coniugazione spagnuola. La quale in questo tempo è tutta latina, salvo l'omissione del t in tre soli luoghi,143 e la mutazione dell'u in o in un luogo, mutazione pur tutta latina (vulgus-volgus ec. ec. ec.) e propria senz'alcun dubbio, anche in questo caso, o di tutto l'antico volgo che parlò latino, o di molte parti e dialetti di esso. Infatti tal mutazione non solo è propria e dell'italiano e del francese in questo medesimo caso sempre, ma ordinarissima e quasi perpetua (massime nell'italiano) in quasi tutti o nella più parte degli altri casi, sì nelle desinenze, sì nel mezzo delle parole o nel principio. V-u-lg-u-s-V-o-lg-o.144 La congiugazione italiana è ben più mutata, e molto più dell'italiana la francese. Basta a noi che le regole e le inflessioni della coniugazione latina sieno specialmente conservate nella spagnuola, ancorchè gli elementi del verbo che non toccano l'inflessione [3575]e la regola della coniugazione sieno alterati, o soppressi ec. Come leo è mutato da lego. Ma la coniugazione di quello essendo similissima alla coniugazione di questo, l'omissione del g, in cui consiste l'alterazione di quello, non indebolisce punto l'argomento che dal suo participio leido si cava a dimostrare il latino corrispondente legitus.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555