Due interessi affatto diversi, e lontani l'uno dall'altro, possono non pregiudicarsi nè indebolirsi l'un l'altro. E così accade ne' due interessi d'Ettore e d'Achille, i quali cadono sopra due contrarie parti la greca e la troiana, e l'uno nasce dalla sventura, l'altro dalla felicità. Ma due interessi posti strettamente a lato l'uno dell'altro, prodotti ambedue dalla fortuna ec. miranti ambedue ad un medesimo fine, non possono non farsi ombra e non impedirsi scambievolmente. Ed essi non producono il bello effetto del contrasto di passioni nell'animo de' lettori, e gli altri bellissimi e poetichissimi risultati che nascono ancora dalla lettura dell'Iliade, o nascevano per lo meno, al tempo e ne' lettori o uditori per li quali ella fu composta.
[3592]Questa duplicità d'interesse, benchè paia non ripugnare all'unità (e così credette il Tasso, il quale si persuase poter con essa servire alla varietà e schivare l'uniformità, senza punto violar l'unità), o benchè paia, se non altro, ripugnare alla perfetta unità molto meno che non faccia la duplicità d'interesse nell'Iliade, nuoce però molto più di questa al fine per cui l'unità si prescrive. Il qual fine si è che l'interesse nell'animo de' lettori non s'indebolisca col dividersi nè col distrarsi, e sia più forte come rivolto a un segno solo. Ora, come ho mostrato, la duplicità d'Eroe nella Gerusalemme indebolisce l'interesse nell'animo de' lettori, molto più che non faccia nell'Iliade. E ciò appunto perchè quella duplicità concorre in una medesima parte, ed è rivolta a un segno medesimo, e perchè i due interessi son troppo vicini e del tutto concordi, e sono due, senza esser diversi.
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