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      Goffredo è appresso a poco conforme ad Ulisse nel genere di eroismo e di superiorità (salva la differenza de' tempi, de' costumi e circostanze ec. tanto d'ambo gli Eroi, quanto de' due poeti): conforme, dico, ad Ulisse, eccetto nell'odiosità, la quale ancora non so bene se manchi affatto al carattere di Goffredo, e se possa mancare ad un uomo incapace affatto di passioni, privo affatto d'illusioni, tutto ragione, austerissimo ne' costumi, nelle azioni, nella disciplina militare o civile o privata ec. nelle [3604]massime di morale, di condotta ec. austero verso se e verso gli altri, verso i soggetti ec. irreprensibile in ogni cosa, grave, malinconico, e quasi tristo e accigliato ec. ec. Non so, dico, se il lettore della Gerusalemme lasci di concepire nel suo secreto, se non odio, pure una certa mal conosciuta, mal distinta, non confessata alienazion d'animo ed avversione per Goffredo.
      Richiedendosi necessariamente, come s'è mostrato, al poeta epico (e similmente al drammatico, al romanziere ec. ed anche allo storico) ch'egli renda in alcun modo, qualunque siasi, amabile colui ch'e' voglia rendere interessante, e grandemente amabile, colui ch'abbia ad essere sommamente interessante; è da considerare che a tal effetto giova grandissimamente la sventura, la quale accresce a più doppi l'amabilità ove la trova, e rende spesse volte amabile chi non lo è, ancorchè sia meritevole delle disgrazie; molto più quando e' ne sia immeritevole. L'uomo poi amabilissimo, che sia indegnamente sventuratissimo, è la più amabil cosa che possa concepirsi.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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