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      Così diciamo ancora beato me, beati noi, beato lui, loro, voi, te, se questo accadesse. Ch'equivale a magari, utinam.
      (7. Ott. 1823.)
     
      Sciscitor dimostra il proprio participio di scisco, che or veramente non l'ha (siccome non l'hanno tanti altri del suo genere, p.e. hisco ec. neanche il perfetto passato), benchè lo pigli in prestito, siccome anche il perfetto, da scio. V. p.3687. Così scisco e così i suoi composti. [3619]Sciscitor o sciscito, dimostra il partic. sciscitus regolare e perfetto. Giacchè ben s'inganna il Forcellini che deriva sciscitor da scio, da cui esso viene solo in quanto scisco è da scio, come vivisco da vivo ec. ec. (7. Ott. 1823.). Che sciscito sia fatto per anadiplosi di scitus (sia di scitus di scio o di quel di scisco, che secondo me, non è che un medesimo participio) o di scitor oltre l'altre improbabilità, e il suo evidente venir da scisco, (il quale non è fatto per anadiplosi), e il non avervi, ch'io sappia, altro cotal esempio, ec.; lo dimostra per falso la brevità del secondo i, laddove l'i di scitus, e di scitor ec. è lungo. Vedi il pensiero seguente.
      (7. Ott. 1823.)
     
      Alla p.2865. marg. Queste osservazioni indebolirebbero o torrebbero l'argomento circa il continuativo di cio e di cieo da me recato a p.2820. Nondimeno io trovo che da scitus di scio lungo, si fa scitor (o scito) altresì lungo. E quanto ai verbi in ito fatto da' participi in itus della quarta congiugazione io credo che in tutti l'i sia lungo come in essi participii (7. Ott. 1823.). Equito è da eques equitis.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Sciscitor Forcellini