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      Al contrario nelle società colte, e tanto più al contrario (salvo però molte altre circostanze naturali o sociali che giovano o nocciono per se alla moltiplicazione) quanto elle sono più colte. Dal che si vede che la soverchia moltiplicazione del genere umano, e la sua propagazione che da lei nasce e che ne è necessario effetto, non sono cose che vengono dalla natura, se non fino a un certo e conveniente grado. E necessaria alla soverchia diffusione del genere umano è stata, fra l'altre cose, la [3657]navigazione, così evidentissimamente contro natura; mentre questa anzi avrebbe dovuto insegnarla e renderla facilissima e non, com'è, pericolosissima ec. ec. ec., se la detta propagazione, a cui l'arte del navigare era necessaria, fosse stata secondo le sue intenzioni.
      Come ho detto, altre specie sono naturalmente più, altre meno atte a moltiplicarsi, altre destinate a più e più diversi paesi, altre a meno e men diversi. Che la specie umana sia piuttosto delle seconde che delle prime, si può per analogia dedurre dal suo stesso essere nel suo genere, cioè nel genere animale, la più perfetta e suprema e migliore. Perocchè veggiamo che in ogni genere di vegetali, di minerali ec. le specie migliori son le più rare, le meno trasferibili fuor de' luoghi natii ec. Quella pianta più d'ogni altra perfetta, che abbiam supposto di sopra, sarebbe verisimilmente la più rara, la più limitata a certa sorta di paese, di terreno. Le men perfette, a proporzione. Così pure a proporzione nel genere animale.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555