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      E ben poterono i latini antichi per un uso ricevuto dagli [3728]Eoli, e quindi d'origine greca, preporre (o interporre) il g a voci d'altronde non per tanto affatto latine, o vogliamo dire non greche, come si vede infatti che fecero in adgnascor ec. (la qual voce nascor si dimostra anche affatto propria latina per le cose dette a p.3688-9. nello stesso modo che nosco) ec. ec.
      (18. Ott. 1823.). V. p.3754.
     
      Alla p.3390. Anche ne' nostri più antichi, cioè ne' trecentisti e così in que' del 500 che più gl'imitano, o in quanto egli adoprano le voci antiquate (come spesso il Davanzati e altri assai), e fors'anche ne' ducentisti si trovano moltissime parole spagnuole, oggi fra noi disusate affatto, o rare più o meno, e tra gli spagnuoli ancora correnti e usuali, o ancor fresche più o meno; le quali anche chi sa spagnuolo e italiano, non sa che sieno o sieno state comuni ad ambe le lingue, e trovandole ne' nostri antichi se ne maraviglia, perchè son prettissime spagnuole. Queste o furon tolte dallo spagnuolo (forse per mezzo de' provenzali ch'ebbero [3729]a fare coi catalani, ec. e ne presero e dieder loro voci e modi e poesia e stile e metri ec. ec.: v. Andres); o forse più probabilmente vengono dalla comun fonte d'ambo gl'idiomi, o ciò fosse il latin volgare, o qualchessia altra delle tante secondarie che diedero de' vocaboli alle nostre lingue, potendo essere che da una di queste le ricevesse sì l'Italia, come la Spagna indipendentemente l'una dall'altra. P.e. da' provenzali ec. ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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