Solin. c.44. ed. Salmas. 46. al., Plin. l.6. c.2. V. Menag. ad Laert. II. segm.113, e notate che ivi il greco ?? ????? è sempre collo spirito lene, benchè nell'addotto luogo si scriva Heneto. V. anche Cellar. ec. Del resto quelle mie osservazioni potrebbero confermare questa etimologia e questa storia. (21. Ott. 1823.). V. Forc. in Veneti e in Velia.
Alla p.3734. marg. Qua spetta futum e fusum da fundo, confutum e confusum, ec. come altrove in proposito di confuto; e conferma queste osservazioni, e da queste può esser confermata notabilmente la derivazione di confuto da fundo o confundo e l'esistenza di un antico confutum o futum ec. di che altrove in più luoghi.
(21. Ott. 1823.)
Il piacere è sempre passato o futuro, e non mai presente, nel modo stesso che la felicità è sempre altrui e non mai di nessuno, o sempre condizionata e non mai assoluta: e così è impossibile che altri dica con pieno sentimento di vero [3746]dire, e con piena sincerità e persuasione, io provo un piacere, ancorchè menomo, quantunque tutti dicono io n'ho provato e proverò; quanto è impossibile che alcun dica di cuore io son felice, o Beato me, quando però tutti dicono beato il tale o il tal altro, e io sarei felice se mi trovassi tale o tale, e beato me se ottenessi tale o tal cosa, e se fosse questo o questo. E le cagioni per cui sono impossibili parimente le due cose sopraddette, sono appresso a poco le stesse. E come il non esser niuno che dica me beato, dimostra che tutti s'ingannano quelli che dicono beato te o lui, e io sarei beato in tale o tal caso (e tutti gli uomini così parlano e parleranno sempre e di cuore); così il non esser chi dica di vero animo io provo piacere presentemente, dimostra che niuno provò nè proverà mai piacere alcuno, benchè tutti si pensino e moltissimi affermino con sentimento di verità, di averne provato e di averne a provare.
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