Ed è ben noto che i Principi più deboli e vili sono sempre stati i più crudeli proporzionatamente alle varie qualità ed al vario spirito de' tempi a cui sono vissuti o vivono, e alle varie circostanze in cui si sono rispettivamente trovati o trovansi, e secondo le varie epoche e vicende della vita di ciascheduno ec.
(24. Ott. 1823.)
Alla p.3616. fine. Un'altra osservazione confermante il mio parere, che l'Iliade se cede agli altri poemi in qualche cosa, ciò possa essere ne' dettagli, ma tutti li vinca nell'insieme, e nella tessitura medesima e disposizione e condotta, non che nell'invenzione (al contrario del comun giudizio), si è che nell'Iliade l'interesse cresce sempre di mano in mano, sin che nell'ultimo arriva al più alto punto. Laddove nella Gerusalemme egli [3769]è, si può dire, onninamente stazionario; nell'Eneide assolutamente retrogrado dal settimo libro in poi, e così nell'Odissea: errore e difetto sommo ed essenzialissimo e contrario ad ogni arte. Nella Lusiade nol saprei ora dire, nè nella Enriade, dove però l'interesse non può essere nè stazionario nè retrogrado nè crescente, essendo affatto nullo, almeno per tutti gli altri fuor de' francesi. Puoi vedere a proposito del crescente interesse l'Elogio di Voltaire nelle opp. di Federico II. 1790. tome 7. p.75.
Ho detto in questo discorso come sia necessario che il soggetto dell'epopea sia nazionale, e come dannoso sarebbe ch'ei fosse universale ec. (se non nel modo usato dal Tasso ec.). Ma per altra parte la nazionalità del soggetto limita, quanto a se, l'interesse e il grand'effetto del poema, a una sola nazione.
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