Quindi la natura, ch'è vita, è anche felicità.). E quindi è necessario alle cose esistenti amare e cercare la maggior vita possibile a ciascuna di loro. E il piacere non è altro che vita ec. E la vita è piacere necessariamente, e maggior piacere, quanto essa vita è maggiore e più viva. La vita generalmente è tutt'uno colla natura, la vita divisa ne' particolari è tutt'uno co' rispettivi subbietti esistenti. Quindi ciascuno essere, amando la vita, ama se stesso: pertanto non può non amarla, e non amarla quanto si possa il più. L'essere esistente non può amar la morte, (in quanto la morte abbia rispetto a lui) veramente parlando, non può tendervi, non può proccurarla, non può non odiarla il più ch'ei possa, in veruno istante dell'esser suo; per la stessa ragione per cui egli non può [3815]odiar se stesso, proccurare, amare il suo male, tendere al suo male, non odiarlo sopra ogni cosa e il più ch'ei possa, non amarsi, non solo sopra ogni cosa, ma il più ch'egli possa onninamente amare. Sicchè l'uomo, l'animale ec. ama le sensazioni vive ec. ec. e vi prova piacere, perch'egli ama se stesso.
(31. Ott. 1823.)
Al mio discorso sopra avvisare, divisare ec. aggiungi il franc. Deviser.
(31. Ott. 1823.)
Alla p.2928. fine. Noi abbiamo ancora, bensì in diversi significati, intenso ed intento. (intensità ec.). V. i francesi e gli spagnuoli. Nel lat. intensus è ben raro. V. Forcell. Tensus è de' più moderni. Extensus ec. e gli altri composti, veggasene il Forcellini.
(1. Nov. 1823.)
Come altrove ho congetturato dalla voce ?????, anche nel greco, come sì sovente in latino, lo spirito denso si cangia talora in s. Peresempio, da ??? ?????? ec.
| |
Forcell Forcellini
|