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      Massime ch'egli non potrà esser consolato e reso indifferente verso le sue privazioni dal disinganno, non avendo mai provato quello di ch'ei si privò, e non essendosene privato per disinganno e per dispregio ch'e' n'avesse, anzi al contrario per inganno, perch'ei ne faceva gran conto, perchè assaissimo gli costava il privarsene. Chè questa è la differenza da questa sorta di sacrifizi che or discorriamo, e quella più facile e più nota, (perchè proveniente da causa più manifesta e facile a comprendere e a vederne la connessione coll'effetto) e forse più ordinaria, o altrettanto, che nasce dal disinganno, dall'esperienza de' godimenti, dal disgusto della vita tutta felice com'ella può essere.
      Quindi accade che tali giovani i quali nella gioventù son vecchi per lor volontà, e più fortemente vecchi de' vecchi medesimi, perchè la lor morale vecchiezza viene a nascere appunto dalla lor gioventù fisica, e dalla forza e ardore di questa e del loro carattere, nella maturità e nella vecchiezza (posto che abbiano effettuato quelle loro risoluzioni) sono moralmente giovani, e più giovani assai de' giovani stessi che abbiano fatta un poco di esperienza, o che sieno di men fervida e sensitiva natura. Perchè questi sono in parte disingannati, o meno avidi e smaniosi del godimento. Quelli continuano e serbano tutto intero e fresco il loro inganno giovanile [3841]e le loro illusioni, e come frutta l'inverno, conservate nella cera, state sempre escluse dal contatto dell'aria, sotto la vecchiezza del corpo conservano quasi intatta ed intera la gioventù dell'anima (mantenuta lungi dall'influenza esteriore ec. nel ritiro ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555