) gią vera gioventł, perchč cessata la gioventł del corpo che li spingeva a soffrire, e ne li facea compiacere, e gliene dava il valore. Questi tali, bene attempati, sono smaniosi del godimento, avidi e sitibondi della felicitą senza sperarla, ma ben persuasi, come da principio, ch'ella sia possibile e non difficile nč rara, hanno ripreso i desiderii proprii dell'uomo, e massime della gioventł, con tutto il loro ardore ec. Quindi e' vivono e muoiono disperati e infelici, tanto pił quanto e' credono felici gli altri, e che la loro infelicitą, il lor soffrire, il loro non godere, o il non aver mai goduto e sempre sofferto, sia provenuto da loro, e ch'essi avessero potuto altrimenti se avessero voluto; la quale opinione e il qual pentimento č la pił amara parte che possa trovarsi in qualunque abituale o attuale infelicitą o sventura o privazione ec. e il colmo dell'infelicitą.
Spettano a questo discorso e nascono dalle psicologiche cagioni e principii, e dagl'interni avvenimenti e circostanze sviluppate di sopra, gran parte delle monacazioni ec. di giovani, e lo sceglier di vivere in casa o in campagna, e i ritiri dalla societą ec. fatti nel principio della gioventł, massime da persone vive e sensibili ec. e resi poi necessarii a continuarsi, per l'abitudine, per li rispetti umani, per l'imperizia, che ne segue, del conversare, per il timor [3842]panico dell'opinione, del ridicolo ec. che suole accompagnare lo straordinario, la novitą, il cominciare, il mutar proposito e vita in tempo, in etą non conveniente, non ordinaria al cominciare, o al nuovo proposito e vita per se medesima ec. ec.
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