(6. Nov. 1823.)
Diminutivi positivati. Mamilla o mammilla diminutiv di mamma (mammella ec.). Papilla diminutivo di papula, come fabella di fabula e simili, del che altrove;198 e diminutivo in illa, come mammilla che il Forc. chiama diminut. a MAMMA, atq. idem saepe significans (scil. idem ac mamma).
(6. Nov. 1823.)
Convexo as vedilo nel Forcell. e applicalo a quello che ho detto altrove di convexus derivandolo da veho, come vexare, da cui è convexare che vale altrettanto ec.
(6. Nov. 1823.)
La differenza che fa Prisciano tra nectus e necatus non sussiste. (ap. Forc. in Neco). Seppur ei non intende di farla ancora tra necui e necavi. Perocchè nectus è da necui, e necatus da necavi, secondo il detto da me altrove della formazione [3844]de' supini e participii passivi da' perfetti. È anche certo che necui onde nectus, non è che corruzione di necavi onde necatus, sì che nectus viene a esser non altro che corruzione di necatus. Questo è almeno quanto all'origine e alla ragione grammaticale. Che l'uso e il significato de' due detti participii sia diverso si potrebbe credere a Prisciano quando e' ne recasse esempii idonei, o quando quelli che noi abbiamo favorissero o non contraddicessero la sua distinzione. Ora, di nectus non abbiamo esempi certi; ma necatus in un luogo di Ovidio (Forc. in necatus), detto delle api, non vuol certamente dire ucciso col ferro. E v. nel Forc. gli esempi di Enecatus e di Enectus. Del resto par veramente nel cit. luogo del Forcell. cioè in Neco, che Prisciano faccia anche tra' due (che in origine sono uno solo) perfetti di neco la stessa distinzione di significato che tra' due participii, i quali altresì per origine sono un solo, ma mediatamente, cioè in quanto vengono da perfetti che sono in origine uno stesso.
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