Infatti di un uomo e una donna egualmente giovani e inesperti e in parità d'ogni altra qualità e circostanza, quello, perchè più forte, ec. è naturalmente più dell'altra compassionevole, benefico ec. e più inclinato alla compassione, all'interessarsi per altrui ec. Così di due giovani, pari in ogni altra cosa e circostanza, il più forte è più portato a soccorrere altrui, a compatire, a ben fare ec. ec.
(7. Nov. 1823.)
Sempre che il vivente si accorge dell'esistenza, e tanto più quanto ei più la sente, egli ama se stesso,200 e sempre attualmente, [3847]cioè con una successione continuata e non interrotta di atti, tanto più vivi, quanto il detto sentimento è attualmente o abitualmente maggiore. Sempre e in ciascuno istante ch'egli ama attualmente se stesso, egli desidera la sua felicità, e la desidera attualmente, con una serie continua di atti di desiderio, o con un desiderio sempre presente, e non sol potenziale, ma posto sempre in atto, tanto più vivo, quanto ec. come sopra. Il vivente non può mai conseguire la sua felicità, perchè questa vorrebb'essere infinita, come s'è spiegato altrove, e tale ei la desidera; or tale in effetto ella non può essere. Dunque il vivente non ottiene mai e non può mai ottenere l'oggetto del suo desiderio. Sempre pertanto ch'ei desidera, egli è necessariamente infelice, perciò appunto ch'ei desidera inutilmente, esclusa anche ogni altra cagione d'infelicità; giacchè un desiderio non soddisfatto è uno stato penoso, dunque uno stato d'infelicità. E tanto più infelice quanto ei desidera più vivamente.
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