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      Al contrario di quella de' perfetti de' verbi in sco, i quali se sono in vi, la vocale che precede questa desinenza, è sempre (credo) lunga. Cosa affatto impropria della 3. e chiaro segno che tali perfetti sono propri di verbi d'altre coniugazioni.
      (8. Nov. 1823.). V. p.3852.
     
      Restito (onde restitrix) di cui v. Forcell. è notabile in quanto egli è continuativo o frequentativo di un verbo ch'esso medesimo in origine è continuativo, essendo composto del continuativo sto. Veggasi la p.3298.
      (8. Nov. 1823.)
     
      Monosillabi latini. Lax. Mors, onde morior ec. ec. idee ben primitive. Ius, onde iuro, iniuria ec. ec. tutte idee primitive nella società. Or la lingua non antecedette la società. Fraus. Res.
      (8. Nov. 1823.)
     
      Nuo di cui altrove, oltre il suo continuativo nutare, e i suoi composti, annuo, innuo, renuo, abnuo ec. e loro continuativi adnuto, [3850] renuto ec., è dimostrato ancora sì dagli altri suoi derivati, sì dal verbale nutus us, ch'è fatto dal supino di nuo, secondo la regola altrove assegnata della formazione di tali verbali della 4. declinazione. Del resto, come da ???? si fece indubitatamente nuo, così da ???? potè bene e verisimilmente e secondo l'analogia, farsi guo, di cui altrove. E viceversa nuo da ???? come guo da ????. ec.
      (8. Nov. 1823.)
     
      Alla p.3760. Similmente a guo andato in disuso, fu preferito il suo continuativo gusto, de' quali verbi altrove. Similmente andò in disuso il verbo nuo, restando il suo continuativo nuto (e i derivati nutus, gustus us ec. ne' quali non avea luogo l'iato). Restarono ancora i suoi composti (vedi il pensiero precedente) perchè l'iato nei non monosillabi è men duro e appariscente che ne' monosillabi, giacchè se in questi v'è l'iato, essendo essi d'una sillaba sola, son tutti formati d'un iato, e son quasi un puro iato essi stessi.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555