Quanto alla milizia, ognun sa che l'Italia e la Spagna dal 600 ne mancano.
Questa politica condizione dell'Italia e della Spagna ha prodotto e produce i soliti e immancabili effetti. Morte e privazione di letteratura, d'industria, di società, di arti, di genio, di coltura, di grandi ingegni, di facoltà inventiva, d'originalità, di passioni grandi, vive, utili o belle e splendide, d'ogni vantaggio sociale, di grandi fatti e quindi di grandi scritti, inazione, torpore così nella vita privata e rispetto al privato, come rispetto al pubblico, e come il pubblico è nullo rispetto alle altre nazioni. Questi effetti nati subito, sono andati dal 600 in poi sempre crescendo sì in Italia che in Ispagna, ed oggi sono al lor colmo in ambo i paesi, benchè le cagioni assegnatene, forse non sieno maggiori oggi che nel principio, anzi forse al contrario (sebbene però la placidezza del dispotismo, propria dell'ultimo secolo, e quindi la blandizia di esso, n'è anzi la perfezione, la sommità e il massimo grado, che un grado minore). Questo è avvenuto perchè niente in natura si fa per salto, e perchè un vivente colpito dalla morte, si raffredda appoco appoco, ed è più caldo assai a pochi momenti dalla morte che un pezzo dopo. Nel 600, ed anche nel 700, l'Italia già uccisa, palpitava e fumava ancora. Così discorrasi della Spagna. Or l'una e l'altra sono immobili e gelate, e nel pieno dominio della morte.
Egli è costante, ed io in molti luoghi l'ho sostenuto, [3861]che crescendo le cose, la lingua sempre si accresce e vegeta.
| |
Italia Spagna Italia Spagna Italia Ispagna Italia Spagna
|