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      3868-9. E vedila ancora per tonesco, se questo non è errore o varietà di pronunzia per tonisco da tonitum di tono is o di tono as ui. Io dico che i verbi in sco regolarmente debbono avere, ed anticamente ebbero, il supino in itum, e il perfetto in sci. Che regolarmente non possano avere se non questi perfetti e supini, è chiaro. Che anticamente l'avessero infatti, sebben questo non è necessario, e la prima proposizione può stare senza questa seconda, e ben poterono i verbi in sco, tutti o alcuni, esser difettivi anche anticamente; pure, almen quanto ad alcuni, si è già dimostrato altrove per quel che tocca al supino. Per ciò che spetta al perfetto gli esempi di fatto ne son più rari. Vero è che i supini dimostrano i perfetti, secondo il detto altrove della formazion di quelli da questi. Ma eziandio un effettivo perfetto in sci vedilo in Callisco appo il Forcell.
      (12. Nov. 1823.)
     
      Alla p.3702. Ben è consentaneo che da un tema in eo venisse un supino in etum, conservandosi l'e caratteristica della coniugazione, come s'è detto, p.3699 fine, circa il perfetto in ei ed evi. E tanto più è consentaneo che il proprio supino della 2da sia in etum, e questo, lungo, quanto che il suo proprio perfetto è in ei o evi; atteso [3872]che i supini si formano dai perfetti, come altrove dimostro. Onde anche viceversa i supini in etum lungo, dimostrano che il proprio perfetto della 2. è in ei o evi, ec.
      (12. Nov. 1823.). V. p.3873.
     
      Alla p.3854. Nondimeno i supini contratti della 2. poterono anche direttamente venire dai rispettivi supini in etum senza passare per la forma in itum, cioè p.e. doctum esser contratto da docetum, non da docitum, soppressa la e, come nei perfetti in ui della stessa coniugazione, cioè p.e. docui ossia docvi, ch'è contrazione di docevi.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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