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      Altresì lo stato di desiderio presente e vivo determinato a qual si sia cosa; benchè privo anche questo stato, di piacere e dispiacere positivo ec. E così discorrendo. Questa sorta di passione, diversa dalla noia comunemente detta, ma dello stesso genere ec., questa ancora io voglio comprendere sotto il nome di noia, e ad essa ancora si deve intendere ch'io abbia riguardo quando affermo che la noia corre immancabilmente e immediatamente a riempiere qualunque vuoto lasciato dal piacere o dispiacer così detto ec. e che l'assenza dell'uno e dell'altro è noia per sua natura, e che mancando essi, v'è la noia necessariamente, e che posta tal mancanza è posta la noia ec. come alle p.3713-5.
      (13. Nov. 1823.)
     
      [3881]Come fra gli antichi le cose e funzioni sacre fossero in mano de' profani ec. del che altrove, vedi la Polit. di Aristotele, l.6. fine, Florent. 1576. p.543. massime in fine, e quivi il Vettori.
      (14. Nov. 1823.)
     
      Monosillabi latini. Pluo, secondo le nostre osservazioni sulla monosillabia antica e volgare di tali dittonghi (come uo) non riconosciuti da' grammatici.
      (14. Nov. 1823.). V. il pens. seg.
     
      Alla p.3850. fine. Buo è andato in disuso restando il composto imbuo. Se però imbuo è da in e buo (v. Forc.) e non piuttosto corruzione e pronunzia d'imbibo (che pur sussiste) pronunziato imbivo (imbevere, imbevo che vale appunto imbuo, ed è certo da bibo, e v. i francesi e spagnuoli) - imbiuo - imbuo, come lavo ne' composti e nel greco è luo, e per lo contrario da pluere noi facciamo piovere, llover ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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