V. p.3894. Ora in niuna specie d'animali, neanche la più socievole, si potrà trovare che abbiano mai nè mai avessero luogo non pur costumi, ma fatti particolari, non pur così snaturati come quelli degl'individui e popoli umani in qualunque società, ma molto meno. Eccetto solo qualche accidentalissimo disordine, o involontario, e quindi da non attribuirsi alla specie, o volontario, ma di volontà determinata da qualche straordinarissima circostanza e casualissima. E la somma di questi casi non sarà neppure in una intera specie, contando dal principio del mondo, comparabile a quella de' casi di tal natura in una sola popolazione di uomini dentro un secolo, [3884]anzi talora dentro un anno. Questo prova bene che la naturale società ch'è tra gli animali non è causa di cose contrarie a natura per se medesima e necessariamente, ma per solo accidente, e il contrario circa la società umana. E si conferma che l'uomo è per natura molto men disposto a società che moltissimi altri animali ec.
(14. Nov. 1823.)
Les Dames vous devront ce que la langue italienne devait au Tasse; cette langue d'ailleurs molle et dépourvue de force, prenait un air male et de l'énergie lorsqu'elle était maniée par cet habile poëte. Così scriveva il principe reale di Prussia, poi Federico II alla marchesa du Châtelet, da Rémusberg agli 9. Nov. 1738. (Oeuvres complettes de Frédéric II. Roi de Prusse. 1790. tome 16. Lettres du Roi de Prusse et de la Marquise du Châtelet. Lettre 5e p.307.) E nóto queste parole perchè si veda l'esattezza del giudizio degli stranieri sulla nostra letteratura, e la verità della material cognizione ch'essi ne hanno.
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