Massime nel 500. ma dipoi ancora, fino alla rivoluzione, [3889]Roma riunendo e ponendo in azione gli spiriti di conto sì propri, sì italiani, sì forestieri, e dando materia agl'ingegni di svilupparsi, e occasione ai già sviluppati di concorrere ad essa e quivi esercitarsi, stante l'esser sede d'importanti affari; ebbe spirito di società, e conversazioni ec. sempre decrescenti, fino ad estinguersi, ma pur non estinte affatto fino agli ultimi anni. ec. ec.
(17. Nov. 1823.)
Come altrove ho dimostrato, il solo perfetto stato di una società umana stretta, si è quello di perfetta unità, cioè d'assoluta monarchia, quando il monarca viva e governi e sia monarca pel ben essere de' suggetti, secondo lo spirito la ragione e l'essenza della vera monarchia, e secondo che accadeva in principio. Ma quando l'effetto della monarchia si riduca in somma a questo, che un solo nella nazione, viva, e tutti gli altri non vivano se non se in un solo e per un solo, e i suggetti servano unicamente al ben essere del monarca, in vece che questo a quelli, e che l'effetto e la sostanza dell'unità della nazione sia questo, che quanto essa unità è più perfetta, tanto la vita e il ben essere più si ristringa in un solo, o almeno lo spirito d'essa unità e il proposito della costituzion nazionale miri in effetto a questo fine; allora è certamente meglio qualsivoglia altro stato; perocchè senza la perfetta unità, gli uomini in società stretta non possono veramente godere del perfetto [3890]ben esser sociale, nè la nazione è capace di perfetta vita; ma egli è peggio non vivere e non essere (or la nazione sotto una tal monarchia, non è) che non vivere perfettamente e non essere perfetta.
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Roma
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