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      S'usa in forma aggettiva, come si deve anche intendere d'altri moltissimi di tali participii, o latini o moderni, sempre così usati, o per lo più, o talvolta, dico, in forma aggettiva.
      (7. Dec. 1823.)
     
      [3950]Alla p.3942. Anzi l'uomo, e lo spirito umano massimamente e i suoi progressi, e quelli dell'individuo, e delle sue facoltà, manuali o intellettuali ec. e lo sviluppo delle sue disposizioni, del suo spirito, talento, immaginazione ec. tutto è, si può dire, imitazione - Viceversa di quel che si è detto l'assuefazione è una specie d'imitazione; come la memoria è un'assuefazione, e viceversa ogni assuefazione una specie di memoria e ricordanza, secondo che ho detto altrove.
      (7. Dec. Vigilia dell'Immacolata Concezione. 1823.)
     
      Non si dà ricordanza senza previa attenzione, ec. come altrove. Questa è una delle principali cagioni per cui i fanciulli, in principio massimamente, stentano molto a mandare a memoria, e più degli uomini maturi, o giovani. Perocchè essi sono distratti e poco riflessivi ed attenti, per la stessa moltiplicità di cose a cui attendono, e facilità, rapidità e forza con cui la loro attenzione è rapita continuamente da un oggetto all'altro. Gli uomini distratti, poco riflessivi ec. non imparano mai nulla. Ciò non prova la lor poca memoria, come si crede, ma la lor poca o facoltà o abitudine di attendere, o la moltiplicità delle loro attenzioni, il che si chiama distrazione. Perocchè la stessa troppa facilità di attendere a che che sia, o per natura o per abitudine, la stessa suscettibilità della mente di esser vivamente affetta e rapita da ogni sensazione, da ogni pensiero; moltiplicando le attenzioni, e rendendole tutte deboli, sì per la moltitudine, e confusione, sì per la necessaria brevità di ciascuna, [3951]da cui ogni piccola cosa distoglie l'animo, applicandolo a un altro, e per la forza stessa con cui questa seconda attenzione succede alla prima, cancellando la forza di questa, rende nulla o scarsissima la memoria, deboli e poche le reminiscenze.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Immacolata Concezione