(9. Dec. 1823.). V. p.3969.
Alla p.3955. marg. Ovvero che la sua straordinarietà sia di quelle che producono un bello straordinario (e quindi grazioso, anzi tale che si chiama piuttosto grazia che bellezza) cioè un accozzamento di parti ec. che non sogliono riunirsi insieme a produrre e formare il bello, ma tra cui non v'ha sconvenienza veruna, del qual genere di bellezza, e di grazia, che può però essere di molte specie, ho detto altrove, non so se estensivamente a tutte le specie di cui tal genere è capace.
(9. Dec. 1823.). V. p.3971.
Ippocrate nel libro de aere, aquis et locis (p.29. class.1 dell'ediz. del Mercuriale. Venet. 1588. fol. ap. Iuntas, in due tomi, ciascuno diviso in due classi) parla di una nazione che chiama de' Macrocefali, presso i quali stimandosi ???????????? quelli ch'avessero la testa più lunga, era legge che a' bambini ancor teneri, quanto più presto colle mani si riducesse la figura della testa in modo che fosse lunga e così si facesse crescere obbligandola con fasce e altre stretture. Aggiunge ch'al tempo suo questa legge e questo costume non s'osservavano più, ma che i bambini naturalmente nascevano colla testa così figurata, perchè prodotti da genitori che tale l'avevano. Che però negli ultimi tempi già non nascevano e non erano più tutti [3962]nè tanti, come prima, di lunga testa, per lo disuso della legge.
Or vedi la par.1. della Cronica del Peru di Pietro de Cieça (della quale op. v. la p.3795-6.), capitulo 26. car.66. p.2-67. p.1. e cap.50. car.136. p.2. ed altrove, circa la stessa costumanza di figurar le teste de' bambini a lor modo, propria di molte popolazioni selvagge dell'America meridionale.
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