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      (11. Dec. 1823.)
     
      Alla p.3968. Se i diminutivi in ellus ec. o illus ec. son fatti dalle voci in ulus ec. o sempre, o talvolta (ch'è fuor di controversia il talvolta), essi sono contrazioni di ulellus ec. ulillus ec.
      (11. Dec. 1823.). V. p.3987.
     
      Alla p. anteced. S'intende che tali composti, derivati ec. non sieno stati formati ec. dagli scrittori ec. ma propri della favella volgare, e tali che si possano credere conservati; come infatti ve ne sono, anche propri esclusivamente del solo dir familiare o parlato ec. o de' più antichi e rozzi scrittori, e quindi certo delle favelle volgari di allora ec., in assai buon numero.
      (11. Dec. 1823.)
     
      Alla p.3961. Spettano a detta categoria la grazia e l'effetto spesse volte singolare delle bellezze forestiere o che hanno del forestiero, sia che questo bello spetti alla fisonomia, al personale ec. ovvero alle maniere ec., ovvero che le maniere sien forestiere e non il fisico, o viceversa ec. ec. ec.
      (11. Dec. 1823.)
     
      [3972]Risulta da quello che in più luoghi si è detto circa la natura di una lingua atta (massime ne' nostri tempi) veramente alla universalità, che ella non solo non può esser più delle altre lingue capace di traduzioni, di assumer l'abito dell'altre lingue, o tutte o in maggior numero o meglio che ciascun'altra, di piegarvisi più d'ogni altra, di rappresentare in qualunque modo le altre lingue; ma anzi ella dev'essere per sua natura l'estremo contrario, cioè sommamente unica d'indole, di modo ec. e sommamente incapace d'ogni altra che di se stessa, ed in se stessa minimamente varia, e da se medesima in ogni caso il men che si possa diversa.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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