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      Qualunque sia l'abito, la natura, le circostanze ec. del poeta, pur ch'ei sia di nazione civile, cosė gli accade, e come a lui cosė a un altro che non avrā di comune con lui se non questo solo. ec. Fra gli antichi avveniva tutto il contrario. Il tuono naturale che rendeva la loro cetra era quello della gioia o della forza della solennitā ec. La poesia loro era tutta vestita a festa, anche, in certo modo, quando il subbietto l'obbligava ad esser trista. Che vuol dir ciō? O che gli antichi avevano meno sventure reali di noi, (e questo non č forse vero), o che meno le sentivano e meno le conoscevano, il che viene a esser lo stesso, e a dare il medesimo risultato, cioč che gli antichi erano dunque meno infelici de' moderni. E tra gli antichi metto anche, proporzionatamente, l'Ariosto ec.
      (12. Dec. 1823.)
     
      [3977]Alla p.3927. Questa moltiplicitā incalcolabile di cause e di effetti ec. nel mondo morale non deve nč parere assurda o difficile ad ammettersi nč far meraviglia a chi consideri com'ella si trova evidentemente, e del pari infinita e incalcolabile nel mondo fisico. Nč la medicina, nč la fisiologia, nč la fisica, nč la chimica, nč veruna anche pių esatta e pių materiale scienza che tratti delle pių sensibili e meno astruse parti ed effetti della natura,233 non possono mai specificare nč calcolare nemmeno per approssimazione, se non in modo larghissimo, nč il numero nč il grado e il pių e il meno, nč tutti i rapporti ec. delle infinite diversitā di effetti che secondo le infinite combinazioni e rapporti scambievoli ec. e influenze e passioni scambievoli ec. che possono avere ed hanno effettivamente luogo, risultano dalle cause anche pių semplici pių poche e limitate, che dette scienze assegnano; nč le infinite modificazioni di cui dette cause, secondo esse combinazioni, sono suscettibili, ed a cui sono effettivamente soggette.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





Ariosto