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      (16. Dec. 1823.)
     
      Sella che ho contato altrove fra' diminutivi positivati, non lo è propriamente, se vien da sedes, perchè ha un senso molto più speciale di questo, benchè anch'esso molto esteso e vario.
      (16. Dec. 1823.)
     
      A proposito dello spirito denso dei greci mutato in s ec. si può notare lo spagn. sombra (coi derivati) cioè ombra da umbra. E forse qua spetta anche il franc. sombre. V. il Gloss. ec. ec.
      (16. Dec. 1823.)
     
      [3988]Bello non assoluto. I greci e i romani (erano nazioni di buon gusto?) pregiavano, almeno nelle donne, la fronte bassa, e l'alta stimavano difettosa, per modo che le donne se la coprivano ec. V. le note del De Rogati alla sua traduzione di Anacr. od.29. sopra Batillo. Sul coprire o mostrar la fronte il che e la quale ha tanta parte nel differenziare le fisonomie, nè gli antichi nè i moderni, nè la moda oggidì è mai d'accordo con se stessa. Non è dubbio che quella nazione di cui parla Ippocrate (v. la p.3961.), avvezza a non vedere che teste lunghe, benchè tali essi ed esse a dispetto della natura, pur contuttociò naturalmente avrebbe e avrà sentita una mostruosità e bruttezza notabilissima e, secondo lei, incontrastabile ogni volta che avrà veduto teste, non dico piatte, ma discrete ec. Così dite degli altri barbari di cui p.3962. E così di cento mila altri usi contro natura, selvaggi o civili, antichi (greci, romani ec.) o moderni ec. spettanti alla conformazione o reale o apparente (come quella de' guardinfanti ec.) del corpo umano.
      (16. Dec. 1823.)
     
      Il v non è che aspirazione ec.


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Zibaldone. Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura
Parte Seconda
di Giacomo Leopardi
pagine 1555

   





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