Anche si dovettero depravar le semplici parole per servire al numero, e grattar l'orecchio avido di nuovi e spiccati suoni, o sformando le vecchie, o inducendone delle nuove e strane, o componendone, come in greco, o troncandole come tra noi (l'uso de' troncamenti è singolarmente proprio del Pallavicini, e de' secentisti e de' più moderni da loro in poi), avendo riguardo sì al suono della parola in se, sì al suo effetto nella composizione e nel periodo. (9. Feb. 1824.). Veggasi il detto altrove su d'alcuni sforzati costrutti d'Isocrate per evitare il concorso (conflitto) delle vocali ec. ec. (9. Feb. 1824.). (Riferiscasi ancora a questo proposito per quanto gli può toccare, il detto altrove sul vario gusto de' greci, lat. e ital. in diversi tempi, circa il concorso, l'abbondanza ec. delle vocali). Ora se questo accadeva a Isocrate ottimo giudice, ed esposto [a] [4029]migliaia d'altri tali, e scrivente per piacere a essi, nel centro della lingua pel tempo e pel luogo, fiorente la lingua e la letteratura, nel suo gran colmo ec. ec. che cosa doveva accadere ne' secoli bassi ne' quali ec. fra gl'imitatori ec. la più parte, com'era allora non greci di patria, ma dell'Asia, e questa anche alta, non la minore ec. ec. molti ancora non greci neppur di genitori, come Gioseffo, Porfirio e tanti altri ec. ec.?
(10. Feb. 1824.)
Alla p. preced. marg. In verità ed essi, e i greci ripresi da Cicerone ibid. di mancar di numero, che sono molti e classici, e i nostri trecentisti, e i cinquecentisti, (la più parte non numerosi, e tutti, [salvo lo Speroni, in ciò affettato e falso, ma diversamente da' posteri,] poco solleciti del numero) hanno pure un numero benchè incolto più o meno, e casuale, pur proprio e certo e riconoscibile, o loro, o della lingua ec. e da questo è diverso quello degl'inferiori corrotti ec. ec.
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Pallavicini Isocrate Riferiscasi Isocrate Asia Gioseffo Porfirio Cicerone Speroni
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