Applichisi questo detto ai Principi nei loro congressi, e massimamente in quelli degli ultimi tempi.
(Bologna. 6. Marzo. 1826.)
Scappare-scapolare.
Curvatus per curvus. Virgil. nella descrizione del turbo giuoco dei fanciulli. V. Forcell.
Molti divengono insensibili alle lodi, e restano però sensibili al biasimo ed al ridicolo, sensibilità che essi perdono assai più tardi o non mai. E ben più difficilmente si perde questa sensibilità che quella. Certamente poi niuno si trova che essendo sensibile alle lodi, sia insensibile ai biasimi, alle censure, alle male voci o calunnie, ai motteggi; bensì viceversa si trovano molti. Tanto, anche nelle cose puramente sociali, la facoltà di provar piacere è nell'uomo più caduca e più limitata che quella di sentir dispiacere.
(Bologna. 9. Marzo. 1826.)
[4168] Pece-pegola, impegolare ec.
Maledetto, esecrato, odiato, abbominato, abborrito ec. per degno di maledizione ec., o che suole essere maledetto ec. e v. Forcell. E per contrario amato, desiderato, sospirato ec.
Alla p.4137. L'uomo tende ad un fine principale e unico. Ogni suo atto volontario o di pensiero o d'opera è indirizzato a questo fine. Questo fine è dunque il suo sommo bene. E questo sommo bene che è? Certamente la felicità. Sin qui tutti i filosofi sono d'accordo, antichi e moderni. Ma che è, ed in che consiste, e di che natura è la felicità conveniente e propria alla natura dell'uomo, desiderata sommamente e supremamente, anzi per verità unicamente, dall'uomo, cercata e procacciata continuamente dall'uomo?
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